MACBETTO o la chimica della materia
MACBET Roberto Magnani LEDI MACBET Consuelo Battiston LA STREGA Eleonora Sedioli ideazione, spazio, costumi e regia Roberto Magnani musica Simone Marzocchi coreografia Eleonora Sedioli tecnica Luca Pagliano clavicembalo Chiara Cattani realizzazione scene Masque Teatro; squadra tecnica Teatro delle Albe/Ravenna Teatro: Danilo Maniscalco, Fabio Ceroni, Luca Pagliano; Antonio Barbadoro cura video Alessandro Renda foto di scena Enrico Fedrigoli organizzazione Francesca Venturi, Ilenia Carrone ringraziamenti Giuseppe Frangi, Sabrina Fiore, A.N.G.E.L.O., » | Maria Rossini coproduzione Teatro delle Albe / Ravenna Teatro, Masque Teatro, Menoventi / e-production Dal sito del Teatro delle Albe: L’intenzione di lavorare sul Macbetto di Giovanni Testori nasce dalla volontà di proseguire una particolare ricerca rivolta agli aspetti musicali della lingua teatrale. Il percorso, cominciato con E’ bal, poemetto in versi in dialetto romagnolo del poeta Nevio Spadoni, si inscrive nella storia del Teatro delle Albe segnata dalla visione artistica di Ermanna Montanari e Marco Martinelli, che dello stesso autore » | hanno messo in scena Luṣ e L’isola di Alcina. Scriveva Borges a proposito di Dante: “… quando leggiamo versi davvero straordinari, davvero buoni, tendiamo a farlo ad alta voce. Un buon verso non si lascia leggere a bassa voce o in silenzio. Se ci riusciamo non è un verso efficace: il verso esige di essere declamato. Il verso non dimentica di essere stato un’arte orale prima di essere un’arte scritta, non dimentica di essere stato un canto”. Non a caso Testori, altro autore caro alle Albe (si ricorda A te come te, lettura scenica » | per la voce di Ermanna Montanari, 2013), per la scrittura del Macbetto attinge più da Verdi che da Shakespeare. La lingua che Testori inventa per questo testo ha una musicalità interna molto forte che sembra suggerire il ritmo ossessivo dei cori delle streghe dell’ opera verdiana, e possiede entrambi gli andamenti contrastanti dell’Overture: la furia guerresca e lo sdiliquio amoroso. Il Teatro esige una propria lingua, che io cerco diversa e lontana da quella del quotidiano, e la lingua che Testori offre alla scena affascina proprio in quanto » | invenzione. Testori consegna in Macbetto una lingua poetica che si fa canto. A partire dal testo originale si è operata una riduzione, ricavandone solo tre figure, espungendo dunque il Coro e omettendo l’ambientazione della chiesa sconsacrata. Sarà il Teatro in sé a diventare una specie di chiesa s-consacrata, mentre alcune parti del Coro verranno ridistribuite ai tre personaggi principali: Macbet, Ledi Macbet e la Strega. Le tre figure sembrano dettare un continuo e ciclico movimento di generazione vicendevole, come se fossero, ciascuna, » | una e trina. Tramite un parto defecatorio, Macbet genera la Strega, legata indissolubilmente alla Ledi (sanno le stesse cose: hanno la stessa voce o sono proprio la stessa persona?). Nel finale Macbet vorrebbe, se non proprio scomparire, quanto meno rientrare nell’utero della donna, come se fosse quello della sua stessa madre, mentre la Strega, sempre nel finale, viene reincorporata non più dentro Macbet, che l’aveva generata, ma nel ventre della Ledi cui spetterà l’atto conclusivo. Il maschile e il femminile sono in continua discussione, » | scambio, mutazione. D’altronde c’è un Eros nero nel testo, un Eros rovesciato nella sua parte oscura, malata, ossessiva: un priapismo che passa dall’uomo alla donna. Eros e Priapo di Gadda sembra essere allora il libro segreto che soggiace al testo, la traccia nascosta nel fondo del fondo più nero di questo infernale Macbetto testoriano. Un incessante interrogarsi sul potere e sulla sessualità del potere – “Il Poteraz” – sul sesso come strumento di potere, tema quanto mai attuale nell’era del Pop Porno. Il testo, greve e impuro, » | è imbevuto e lordato di ogni possibile liquido corporale: feci, sangue, sperma, urina. Macbetto è infatti un’opera materica, biologica, un farsi e disfarsi continuo che richiama le ragioni profonde del teatro stesso, essendo quest’ultimo, appunto, biologia. Ricorre quindi un continuo sporcarsi (il pensiero va ad artisti come Olivier de Sagazan o Paul McCarthy, che saranno fonti d’ispirazione per l’allestimento scenico), ma contrastato dalla tensione tutta verticale a cui si aggrappa il personaggio di Macbet, soprattutto nei dialoghi diretti » | con colui che sembra sovraintendere a ogni cosa, lo Scrivano “creatore di me e di questa lingua porcellenta e falsatoria”. La medesima impurità caratterizzerà la relazione tra gli interpreti dello spettacolo. I tre attori-performer, provenienti da teatri e percorsi diversi, dovranno cercare la difficile intonazione di tre strumenti differenti, dell’unirsi restando disuniti, dell’amalgamarsi restando se stessi, per inquinarsi a vicenda preservando e facendo anzi esplodere la precisa identità di ciascuno. Intendo insieme cercare quell’accordo » | alchemico di diverse e peculiari lingue sceniche appreso in venti anni di bottega al Teatro delle Albe. Roberto Magnani date: 14 settembre, Forlì Festival Crisalide arti dinamiche del presente 27 settembre 2018, Teatro Nuovo – Treviglio, teatrodesidera.it dal: 2 ottobre 2018 al 20 ottobre 2018, Pausa: 4, 8, 11, 15 ottobre, Teatro Rasi – Ravenna teatrodellealbe.com dal: 5 marzo 2019 al 10 marzo 2019, Olinda-Ex O.P. Paolo Pini – Milano olinda.org/teatrolacucina/ dal: 2-3 aprile 2019, Teatro delle Passioni – Modena modena.emiliaromagnateatro.com » |